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La comunicazione / The communication

Qualche giorno fa, a seguito di una discussione, mi sono sentita dire che una delle cause del fallimento delle relazioni è la cattiva comunicazione.
Fino a qui, niente da obbiettare, è un dato di fatto, ma chi ha mosso la critica ha aggiunto che faceva riferimento soprattutto alla comunicazione scritta, ai messaggi, che dopo l’avvento di messenger e poi di whatsapp, sono diventati uno dei metodi più immediati e veloci per comunicare ma anche il più fallace a suo dire.

Questa puntualizzazione mi ha fatto sorridere, perché ho subito pensato che, individuato il problema, la soluzione sarebbe stata facilmente alla portata di tutti:
“Basta scrivere! bisogna parlare ed i rapporti torneranno a funzionare!”

Allora, sono corsa subito ai ripari ed ho deciso di iniziare a mandare dei vocali.
“Come scusa?….ah non intendevi in questo modo..ah …e come? Aaaaaah ok, intendi parlare di persona….vis a vis….certo, come si faceva prima del progresso tecnologico. Va bene, ci provo”.

La telefonata:
«Ciao Laura, possiamo vederci uno di questi giorni per fare due chiacchiere?»

«Ciao, ti faccio sapere, sono molto impegnata. Magari la prossima settimana.»

Sono passati mesi e di Laura nemmeno l’ombra. Possibile che escano tutti a comprare le sigarette, senza fare mai più ritorno? Mah!
Io inizierei a non identificare più il problema, nella modalità scelta per la comunicazione, perché allora dovremmo andare a scavare nel passato, quando si utilizzavano i messaggeri per recare le notizie, oppure i falchetti, i piccioni viaggiatori, le diligenze, il telegrafo e via dicendo, fino ad arrivare ai giorni nostri, per cercare di capire quale fosse il segreto del loro successo, nonostante i metodi e le tempistiche.

Il difetto della comunicazione consiste nell’ascolto, amici miei, non nella modalità.
Il punto è che non siamo più disposti ad ascoltare, a capire il significato di quello che ci stanno dicendo, arrogandoci della presunzione di essere sempre dalla parte del giusto e di non avere nulla da imparare.

Quindi il fallimento dei rapporti è molto più profondo, tanto quanto è profondo l’ascolto di noi stessi.
Ma si sa, è da sempre più facile lasciar correre, che mettersi in discussione.

Breve parentesi ingenua:
«Stai fermo….stai fermo….devo legare questo bigliettino alla tua zampetta, così potrai andare a cercare Laura, che si è persa in qualche tabaccheria e consegnarle il mio messaggio, …che non si dica poi…che non le ho provate tutte eh!»

“Ehi vieni a guardare…cosa sta facendo la nostra vicina a quel piccione? Certo che è proprio strana.”


A few days ago, following a discussion, I was told that one of the causes of relationship failure is bad communication.

So far, nothing to object, it is a fact, but those who moved the criticism added that it referred mainly to written communication, to the messages that, after the advent of messenger and then whatsapp, have become one of the methods more immediate and faster to communicate but also the most fallacious in his opinion.

This clarification made me smile, because I immediately thought that, having identified the problem, the solution would be easily within everyone’s reach:
“Stop writing, you have to talk and the reports will work again!”
So, I immediately ran for cover, I decided to start sending vowels.

“Sorry?… .ah you didn’t mean it like this .. ah … and how? Aaaaaah ok, you mean to speak in person … .vis a vis …. Of course, as was done before the technological progress. Okay, I try”.

A telephone call:
«Hi Laura, can we meet one of these days to have a chat?»
«Hi, let me know, I am very busy. Maybe next week.»

Months have passed and Laura’s not even a shadow. Is it possible that everyone goes out to buy cigarettes, never to return? Bah!

I would begin to no longer identify the problem, in the mode chosen for communication, because then we should go digging into the past, when messengers were used to bring news, or hawks, racing pigeons, stagecoaches, telegraph and so on saying, up to the present day, to try to understand what the secret of their success was, despite the methods and the timing.

The defect of communication consists in listening to, my friends, not in the modality.
The point is that we are no longer willing to listen, to understand the meaning of what they are saying to us, assuming that we are always on the right side and have nothing to learn.

So the failure of relationships is much deeper, just as deep is listening to ourselves.
But you know, it has always been easier to let it go than to question yourself.

Brief naive parenthesis:
«Stand still…. Stay still… .I have to tie this note to your paw, so you can go look for Laura, who got lost in some tobacconist and deliver her my message and I don’t say that I tried them all.»

“Hey come and look … what is our neighbor doing to that pigeon? Of course she is really strange.”

Comments (4)

  • Equinoziodiprimavera

    E la gestualita' di un volto....ne vogliamo parlare?...il parlare vis a vis di permette di captare il vero stato d'animo del tuo interlocutore....ci si mette a nudo senza barare..

    • mychicmirror

      Sono d’accordo ma d’altro canto, qualsiasi tipo di comunicazione se diretta ed onesta, può riuscire nell’intento di un confronto. A mio parere, ciò che serve per comprendersi è l’ascolto! Se non siamo predisposti ad ascoltare, qualunque sia la modalità scelta per dialogare, non servirà a molto. Grazie per la condivisione del tuo pensiero 💕

  • Flavia

    Il tuo senso dell’umorismo...Che dire...Hai scritto tutto tu. Un forte abbraccio e buon inizio di settimana 😍😘

    • mychicmirror

      😁ci provo Flavia! Cerco di alleggerire tutto quello che diversamente sarebbe macchinoso da spiegare. Un forte abbraccio e come sempre grazie per avermi dedicato del tempo ❤️😘

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